La cattedrale di Amiens in Francia, capolavoro del gotico fiorito, custodisce un cranio (le ossa del volto senza la mandibola inferiore) che si dice appartenga al celebre profeta Giovanni Battista. Questa reliquia, considerata per secoli una delle più preziose della cristianità, ha suscitato devozione, dibattiti e fascinazione. Il suo viaggio — dalle rovine di Costantinopoli fino alla sua dimora nella cattedrale piccarda — illustra l’intreccio complesso di fede, storia e mistero che caratterizzò la pietà medievale e l’epoca delle crociate.
Giovanni Battista nacque poco prima di Gesù. Trent’anni dopo, era chiamato Giovanni il Battista perché battezzava la gente nel Giordano. Un giorno, Gesù volle essere battezzato, ma Giovanni si rifiutò, dicendo di non essere “degno di sciogliergli i sandali”. Gesù insistette; allora Giovanni lo battezzò. In quell’istante, una colomba discese dal cielo. Gesù se ne andò.

Memento mori che rappresenta la testa mozzata di San Giovanni Battista su Relics.es
Il destino tragico del Precursore
Giovanni Battista, detto anche il Precursore, occupa un posto unico nel cristianesimo. Profeta austero, vestito di peli di cammello e nutrito di locuste e miele selvatico, predicava la conversione e annunciava la venuta del Messia. La sua morte, narrata nei Vangeli, è uno degli episodi più celebri del Nuovo Testamento.
Più tardi, Giovanni Battista fu arrestato. Salomè, una ballerina eccezionale, danzò davanti al re, che, affascinato, le promise la ricompensa che avesse desiderato. La regina sussurrò all’orecchio della figlia: “La testa di Giovanni Battista.” Salomè obbedì alla madre; così Giovanni fu decapitato.
Questa esecuzione, ordinata da Erode Antipa sotto l’influenza di Erodiade, ha profondamente segnato l’immaginario cristiano. La testa del santo, deposta su un vassoio, divenne fin dall’antichità simbolo della testimonianza resa alla verità, ma anche della vanità del potere umano. Numerosi memento mori medievali si ispirarono a questa immagine, ricordando che anche i più grandi sono destinati a tornare polvere.
Le origini della reliquia e i suoi viaggi misteriosi
Si dice che questa cupa reliquia sia andata perduta e ritrovata più volte nel corso dei secoli. Il cranio trovò infine la sua dimora attuale dopo aver viaggiato dalla defunta città di Costantinopoli. Durante la Quarta Crociata (1202–1204), Wallon de Sarton, un crociato originario della Piccardia, scoprì tra le rovine di un palazzo di Costantinopoli una reliquia costituita da una mezza sfera di cristallo trasparente contenente la parte facciale di una testa umana poggiata su una lastra d’argento.
Lettere greche incise sulla lastra dichiaravano che il cranio apparteneva a Giovanni Battista. Wallon de Sarton fu costretto a vendere la lastra d’argento per pagarsi il viaggio di ritorno in Francia, ma conservò la testa e, nel 1206, donò la reliquia al vescovo di Amiens. Riconoscendo l’importanza dell’oggetto, la Chiesa iniziò immediatamente la costruzione della cattedrale di Amiens.
La nascita di un grande santuario
La reliquia fu accolta ad Amiens con immensa devozione. Il clero e il popolo vi videro un segno del favore divino. Nel 1206 si decise la costruzione di un edificio degno di accogliere un simile tesoro. La cattedrale di Amiens, come la vediamo oggi, fu costruita in gran parte per custodire la testa del Battista. Il suo coro, il deambulatorio e le sue vaste proporzioni testimoniano la volontà di edificare un santuario capace di attirare pellegrini e sovrani.
Le peregrinazioni si moltiplicarono già dal XIII secolo. I cronisti raccontano che i fedeli giungevano da tutta Europa per venerare il santo volto. Il culto della testa del Battista divenne talmente importante da contribuire allo sviluppo spirituale ed economico della città. F. Duval, in La Cathédrale d’Amiens: Histoire et Art (2015), sottolinea che la crescita di Amiens fu strettamente legata a questo flusso di pellegrini e di donazioni.
Un culto universale e controverso
La venerazione della testa di San Giovanni Battista non si limitò ad Amiens. Altri luoghi — Roma, Damasco, Monaco — rivendicarono anch’essi il possesso della testa del santo. Questo fenomeno della moltiplicazione delle reliquie non era raro nel Medioevo. B. Gosselin (Les Croisades et leurs Reliques, 2004) spiega che diverse reliquie attribuite a Giovanni Battista circolavano simultaneamente, spesso frammenti o reliquie secondarie suddivise per devozione. Ad Amiens, tuttavia, la presenza dell’iscrizione greca e la testimonianza di Wallon de Sarton conferivano alla reliquia piccarda un valore eccezionale.
Il reliquiario originale, secondo G. Delacroix (Saint-Jean-Baptiste: L’Art et les Reliques, 2008), era composto da una sfera di cristallo, simbolo di purezza, che racchiudeva il frammento osseo. Tale struttura permetteva ai fedeli di contemplare la sacra reliquia proteggendola al tempo stesso. Nel corso dei secoli vennero realizzati vari reliquiari per onorare l’oggetto: oreficerie gotiche, forme neoclassiche e infine, nel XIX secolo, un reliquiario restaurato in stile neomedievale, tuttora visibile.
La Rivoluzione francese e la salvezza miracolosa
La reliquia fu esposta nella cattedrale di Amiens fino alla Rivoluzione francese, quando tutti i beni e i tesori della Chiesa vennero inventariati e confiscati. Nel 1793, i rappresentanti della Convenzione ordinarono che la reliquia fosse sepolta in un cimitero, ma il sindaco della città la nascose nella propria casa.
Questo gesto coraggioso salvò il prezioso cranio. Molte altre reliquie furono distrutte o disperse durante il Terrore, considerate simboli di superstizione. H. Boucher (La Révolution Française et les Reliques Religieuses, 2009) nota che la testa di San Giovanni Battista fu una delle poche reliquie maggiori a scampare alla profanazione grazie alla vigilanza di alcuni devoti cittadini.
Pochi anni dopo, nel 1816, la testa di San Giovanni Battista fu restituita alla cattedrale e nel 1876 vi fu aggiunta una nuova lastra d’argento, restituendole il suo antico splendore. Questo ritorno trionfale segnò la rinascita del culto del Battista ad Amiens. Il vescovo istituì nuove celebrazioni, e artisti, storici e pellegrini accorsero nuovamente per contemplare la reliquia ritrovata.
Simbolismo e teologia della testa del Battista
La testa di Giovanni Battista è una reliquia di altissimo valore simbolico. Per i Padri della Chiesa rappresenta il legame tra Antico e Nuovo Testamento. Giovanni è colui che annuncia la venuta di Cristo, ma anche colui che muore prima di Lui, come figura profetica della Sua Passione. La testa mozzata, presentata su un piatto, è l’immagine stessa della testimonianza fino alla morte.
Nella tradizione bizantina, la testa del Precursore viene celebrata tre volte l’anno, fatto unico tra i santi. Queste tre feste corrispondono alle tre “invenzioni” o ritrovamenti della reliquia: la prima nel IV secolo, la seconda nel IX e la terza nel XIII, probabilmente quella che portò al suo trasferimento in Occidente. Queste commemorazioni sottolineano la continuità della devozione e l’importanza escatologica di Giovanni, considerato intercessore delle anime alla fine dei tempi.
Influenza artistica e devozionale
La testa di San Giovanni Battista ispirò numerose opere d’arte in Europa. Pittori come Caravaggio, Donatello o Andrea Solario rappresentarono il momento drammatico della decapitazione o il volto sereno del santo nella morte. Ad Amiens, le vetrate, le sculture e gli arazzi della cattedrale evocano questa devozione. Nella cappella absidale si trova un reliquiario a forma di testa, di fattura ottocentesca, che ricorda il carattere memento mori dell’oggetto sacro.
Questa tradizione invita alla riflessione sulla mortalità umana: contemplare la testa del Battista significa meditare sulla brevità della vita e sulla fedeltà alla verità divina. Il legame tra la reliquia e la spiritualità macabra del XVIII secolo si manifesta negli oggetti di pietà come il memento mori visibile su Relics.es, che rappresenta la testa mozzata di San Giovanni Battista. Queste immagini ricordano la fragilità del corpo e la certezza della morte, esaltando al contempo la santità del martirio.
Le ricerche moderne e gli studi scientifici
Nel XX secolo furono condotti diversi studi per valutare l’autenticità del cranio conservato ad Amiens. Sebbene non sia stata effettuata alcuna datazione al carbonio 14 per motivi di conservazione, analisi anatomiche hanno confermato che si tratta di un cranio maschile di epoca antica, probabilmente anteriore al XII secolo. Tuttavia, come per molte grandi reliquie medievali, la prova materiale resta inafferrabile; la sua autenticità si fonda essenzialmente sulla tradizione e sulla fede.
C. L. Martin (Les Reliques au Moyen Âge, 2006) sottolinea che l’interesse per le reliquie non risiede solo nella loro autenticità storica, ma nella loro capacità di collegare il fedele al divino. Che si tratti davvero del cranio del Precursore o di un simbolo della sua memoria, la reliquia di Amiens rimane un potente mediatore spirituale.
Un tesoro spirituale e culturale
Oggi la testa di San Giovanni Battista riposa ancora nella cattedrale di Amiens, in un reliquiario di vetro e argento. I visitatori possono ammirarla in uno spazio sobrio e luminoso, propizio alla preghiera. Ogni 24 giugno, durante la festa della Natività di San Giovanni Battista, la reliquia viene portata in processione. Pellegrini provenienti dalla Francia, dal Belgio e persino dal Medio Oriente partecipano alla celebrazione.
La città di Amiens, consapevole dell’importanza di questo patrimonio, ha integrato la reliquia nei suoi itinerari spirituali e turistici. Le guide presentano la testa del Battista come un legame diretto tra la Terra Santa, le Crociate e la Francia medievale. È anche una straordinaria testimonianza della fervente religiosità che ispirò la nascita di uno dei più grandi monumenti gotici d’Europa.
La testa del Precursore nella coscienza contemporanea
In un mondo sempre più secolarizzato, la testa di San Giovanni Battista continua ad attirare l’attenzione di studiosi, credenti e curiosi. Gli storici la considerano una testimonianza tangibile di un culto millenario; i credenti vi vedono un segno del permanente invito alla conversione e alla verità. Anche i visitatori non religiosi restano colpiti dalla forza simbolica del reliquiario: un volto senza mandibola, testimone di un grido che non si spegne mai.
Come osserva D. Smith (Les Mystères de Constantinople, 2010), il fascino delle reliquie risiede nella loro duplice natura: oggetto materiale e traccia dell’invisibile. La testa di Giovanni Battista, muta e esposta, continua a parlare a chi la contempla, ricordando che la fede cristiana affonda le sue radici nel mistero dell’Incarnazione — Dio fatto carne, e carne santificata fino alla morte.
Conclusione: una reliquia tra cielo e terra
La testa di San Giovanni Battista nella cattedrale di Amiens non è solo un sacro reperto, ma una memoria incarnata della fede medievale. La sua storia riassume mille anni di spiritualità, guerra e resurrezione: trovata tra le rovine di un impero, portata da un crociato, nascosta durante la Rivoluzione, restaurata nella pace. Testimonia la permanenza del sacro attraverso il tempo.
Nei secoli, la reliquia del Precursore ha ispirato artisti, teologi e semplici pellegrini. Oggi rimane un ponte tra Oriente e Occidente, tra storia e fede, tra carne e spirito. Nel silenzio della cattedrale di Amiens, inondata di luce, la testa del santo sembra ancora sussurrare le parole del profeta: “Preparate la via del Signore.”
A. de Roquemaurel, Saint Jean-Baptiste: Histoire et Légende de la Reliques (Paris: Éditions du Cerf, 1998).
B. Gosselin, Les Croisades et leurs Reliques: L’Histoire des Artefacts Sacrés (Londres: Routledge, 2004).
C. L. Martin, Les Reliques au Moyen Âge: Une Étude des Objets Sacrés (Bruxelles: Presses Universitaires de Bruxelles, 2006).
D. Smith, Les Mystères de Constantinople: La Découverte des Reliques Sacrées (New York: Oxford University Press, 2010).
E. Laurent, Les Trésors Perdus des Croisades (Paris: Hachette Littératures, 2012).
F. Duval, La Cathédrale d'Amiens: Histoire et Art (Amiens: Editions du Musée, 2015).
G. Delacroix, Saint-Jean-Baptiste: L’Art et les Reliques (Paris: Éditions Albin Michel, 2008).
H. Boucher, La Révolution Française et les Reliques Religieuses (Lyon: Presses Universitaires de Lyon, 2009).
I. Moreau, Les Croisades: Les Archives des Reliques (Paris: Éditions du Seuil, 2007).
J. Bérard, Saint-Jean-Baptiste: Histoire des Reliques et de leur Conservation (Marseille: Éditions du Sud, 2016).
1 commento
Quelle chance pour l Amiene d avoir la tete du Saint Jean le Baptiste du Notre Seigneur!!!!