Nato a Fonditore di Montegallo, località di Ascoli Piceno conosciuta anche come Santa Maria di Montegallo, Marc proveniva da nobiltà e ricchezza, essendo figlio di Claro de Rainaldo de Marchio. Iniziò gli studi ad Ascoli, proseguiti poi presso le università di Perugia e Bologna, dove conseguì il dottorato in diritto e medicina intorno agli anni 1444-45. Tornato ad Ascoli, lavorò per qualche tempo come medico. Nel 1451, per rispettare la volontà del padre, Marc sposò Chiara de Tibaldeschi. Tuttavia, dopo la morte del padre, avvenuta l'anno successivo, la coppia si separò di comune accordo. Si fanno annullare il matrimonio e rinunciano agli agi e ai privilegi della loro condizione sociale, scegliendo di consacrare la propria vita alla religione. Adottarono lo stesso abito, l'una aderendo all'ordine delle Clarisse presso il convento di Santa Maria in Ascoli, l'altra a quello dei francescani osservanti.
Dopo aver svolto il noviziato presso l'eremo di Fabriano, Marc assunse successivamente l'incarico di superiore a San Severino, sotto la direzione di Jacques de la Marche. Quest'ultimo, insieme a Bernardino da Siena e Giovanni da Capestrano, è tra i ferventi difensori dell'evangelizzazione e della lotta contro i Fraticelli. Durante i primi anni della sua vita religiosa, Marc si distinse anche come appassionato predicatore, guidando il popolo in pratiche di devozione e penitenza.
Come gli altri osservatori, Marc de Montegallo si impegnò attivamente contro i due grandi mali del suo tempo: la discordia civile e l'usura. Dal 1458 al 1496 prodigò notevoli sforzi per promuovere la pace e il bene comune ad Ascoli, Camerino e Fabriano. La sua lotta contro l'usura si manifesta in particolare con la creazione dei Monti della Pietà, detti anche Monti di Cristo o degli Apostoli.
Secondo fonti agiografiche, nel 1458 fondò ad Ascoli il Mons mutuationis, un libero istituto di credito, il cui funzionamento resta piuttosto oscuro. Tuttavia, è probabile che Marc fosse a conoscenza dell'esistenza di istituzioni simili in città, e il suo primo coinvolgimento è probabilmente in linea con quella che sarebbe diventata l'attività centrale della sua vita: la promozione delle agenzie di pegno.
Gli anni successivi della vita di Marc de Montegallo rimangono piuttosto vaghi, privi di fonti attendibili. È possibile che abbia soggiornato a Sansepolcro, Camerino e Cingoli, luoghi dove sorsero istituzioni simili a quella ascolana. Nel 1470 Marc si trovava a Fabriano, dove in aprile venne aperto un monte di pietà, ottenendo l'approvazione del consiglio generale del paese, del podestà, e di "fratello Marc de Monte de Sancta Maria in Gallo [...] in questo stesso luogo di predicazione ". Fra Marco contribuì anche alla stesura degli statuti e alla fondazione di questo istituto, concepito come un istituto di credito del tutto gratuito, le cui spese di funzionamento dovevano essere coperte da apposite entrate individuate dagli enti locali.
Tra il 1471 e il 1486 Marco da Montegallo prestò servizio come predicatore a Fano, Fermo, Ripatransone, Roccacontrada (l'attuale Arcevia), Ancona e in altre città dell'Italia centro-settentrionale. Durante questo periodo, ha stimolato la creazione, la regolamentazione o la riorganizzazione dei prestatori di pegno locali. Nel 1480 fu nominato decimo per la crociata contro i turchi, iniziativa lanciata da papa Sisto IV in risposta all'assedio e alla conquista di Otranto.
Infine, istituì l'istituto di credito di Vicenza, i cui statuti furono approvati nel 1486. Fu il primo istituto di questo tipo sorto nel territorio della Repubblica di Venezia, periodo segnato da un clima particolarmente ostile nei confronti del prestito ebraico e la presenza ebraica in generale. Questo momento coincide anche con il rapimento degli ebrei vicentini avvenuto il 12 giugno 1486. Come gli altri Montes, il Monte di Vicenza è concepito come un servizio gratuito destinato a sostenere economicamente le famiglie in difficoltà, offrendo prestiti rimborsabili in sei mesi, limitato a tre denari.
Marc de Montegallo fece stampare a Venezia da Niccolò Balaguer due piccoli trattati devozionali: il Libro dei Comandamenti di Dio dell'Antico Testamento e la Tabula della salute. Il primo, pensato appositamente per la lettura nelle scuole, nei negozi e nelle parrocchie, si inserisce nella diffusa produzione di testi in volgare volti a prescrivere norme e comportamenti necessari per il conseguimento della salvezza individuale per un pubblico laico con i rudimenti elementari. La seconda appartiene alla categoria dei manuali devozionali e catechetici destinati a fornire precise regole di condotta morale. Entrambe le opere furono poi ristampate anche a Firenze. Intorno al 1486 fu probabilmente pubblicata un'altra composizione di Marco, intitolata Corona de la gloriosa Vergene Madre Maria, un volume devozionale che raccoglie preghiere in onore della Vergine, impreziosito da numerose xilografie.
Dal 1486 al 1496 frate Marc risiedette a Vicenza, nel convento di San Biagio Vecchio. In questo periodo prestò consulenza e guida alle varie comunità religiose della città, nonché alle terziarie francescane di San Marcello. Nel 1496 ritornò a Vicenza, dove morì il 19 marzo all'ospedale San Marcello. Le sue spoglie sono sepolte nella chiesa di San Biagio Vecchio. Trasferiti inizialmente nel 1522 durante il trasferimento dei confratelli a San Biagio Nuovo, furono poi spostati nuovamente nel 1797 nella chiesa di San Giuliano, dove rimasero esposti al culto.